Da qualche sassolino che ho lasciato qua e là ormai dovresti aver capito che sono nel bel mezzo di un viaggio intenso che ha richiesto molti mesi di elaborazione: il mio rebranding.
Nelle prossime settimane lo vedrai compiersi ma qui, oggi, vorrei raccontartene l’origine e condividerti le mie riflessioni perché potrebbero esserti utili.
Ho iniziato la mia attività nel 2015 dopo un master in coaching. All’epoca ero ancora in azienda e dedicavo il tempo libero al tirocinio. Poi, sono passata attraverso una fase in cui al lavoro da dipendente ho affiancato l’apertura della mia partita iva. Non ho avuto modo né tempo (e a dirla tutta nemmeno sufficiente coscienza) per occuparmi seriamente del mio personal branding.
Così mi sono creata da sola il logo e, aiutata da un caro amico, ho messo online il sito.
Poi l’attività è decollata. Nel frattempo, io diventavo sempre più consapevole di quanto uno studio serio e approfondito del brand sia strategico. Contemporaneamente però avevo i clienti di cui occuparmi e il tempo era sempre poco.
Luglio è il mese che tradizionalmente dedico alla pianificazione dell’anno lavorativo successivo ed è stato proprio in quel mese del 2019 che mi sono resa conto di quanto fatturato io stessi lasciando sul tavolo.
Ed è stato esattamente lì che ho definito finalmente che era arrivato il momento di occuparmi seriamente del mio personal branding.
Ad accendere la lampadina mi ha aiutato anche questo illuminante articolo di Paola Toini, sulla consapevolezza verso un personal branding forte.
PERSONAL BRANDING E SOLDI
Ne ho preso definitiva coscienza quando ho ripreso in mano il mio business plan. È una cosa che faccio (e ti consiglio di fare) ogni anno.
La maggior parte delle persone vedono il business plan come un insieme spaventoso e incomprensibile di formule e dati numerici.
Invece il business plan è un documento strategico e creativo che comprende anche una parte molto bella di analisi profonda delle idee e degli obiettivi. Un faro, quando ci sentiamo insicure rispetto alle scelte da compiere. Una guida che ci aiuta a ristabilire la rotta, quando ci siamo perse.
Lo scorso anno ho avuto davanti agli occhi l’evidenza che c’erano guadagni che stavo letteralmente trascurando di creare. Quote di fatturato a cui sarei ragionevolmente potuta arrivare se il mio posizionamento fosse stato differente.
E perché non ci stavo arrivando?
Perché non mi ero, ancora, occupata seriamente del mio personal branding.
COSA UNISCE BUSINESS PLAN E PERSONAL BRANDING
Il legame forse non è così evidente, e allora te lo specifico. A unire la parte economico-finanziaria alla parte di branding è lo studio del business model.
Non è che io abbia deciso di farti impazzire con termini stranieri e tecnicismi, ma voglio aiutarti a capire quali magie puoi fare semplicemente occupandoti attentamente della pianificazione strategica della tua attività e del suo sviluppo.
La mia riflessione nasceva da una constatazione: c’erano linee di business che avrei potuto sviluppare e che stavo trascurando.
Fino a quel momento avevo lavorato a “velocità di crociera”, tutto sommato le cose funzionavano e i lavori mi arrivavano senza che io dovessi faticare molto per promuovermi. Ma cosa sarebbe potuto accadere se avessi attuato uno studio serio e una pianificazione strategica?
È quello di cui ti parlerò nelle prossime settimane quando:
• Pubblicherò il secondo degli articoli dedicati a questa serie
• Prenderò parte a questa cosa grandiosa del BrandCamp2022!
• Potrò finalmente svelarti il logo e i nuovi servizi
• Andrà online il sito nuovo (non vedo l’ora!)
• Inizierà #happymoneyrevolution
Anche tu sai che potresti ottenere risultati, anche economici, molto più consistenti? Non riesci a concretizzarli e non riesci a capire perché? Iscriviti alla newsletter e seguimi perché nelle prossime settimane entreremo nel vivo di questi ragionamenti.