Come si attraversa davvero un processo creativo? Ne ho parlato con Marina e Francesca di LinEA communication, tra moodboard condivise, routine ispiratrici e lampi di ispirazione accesi nel buio.
Dentro il processo creativo
C’è chi pensa che la creatività sia un lampo, un’intuizione improvvisa che arriva dal nulla.
E poi c’è chi, come Marina e Francesca di LinEA communication, sa che la creatività è un processo vivo: fatto di ricerche, immagini, routine e alleanze.
Le ho intervistate per Smash the Eggs – Bergamo Breakfast Club, il progetto che ogni mese riunisce freelance, artigiani e professionisti per parlare di lavoro e ispirazione davanti a una colazione.
L’obiettivo è scoprire come le persone creative attraversano il loro mestiere e cosa succede prima che una buona idea prenda forma.
Da dove nasce un progetto
Domanda: Quale domanda vi fate più spesso quando state per cominciare un nuovo progetto?
“Quali sono le immagini che mi fa venire in mente questo progetto?
A cosa lo associo? A che film, foto, colori?
Cosa mi ricorda? A chi vuole parlare?”
Per Marina e Francesca, ogni progetto inizia con una domanda visiva. Prima ancora delle parole, arrivano le immagini.
Moodboard, colori, riferimenti, texture: il loro modo di pensare, creare e lavorare è fatto di materia visiva, di collegamenti e suggestioni.
Un progetto, per loro, è un racconto che prende forma attraverso le associazioni, prima ancora che attraverso la logica.
Rituali di ispirazione: il caos organizzato
Domanda: Avete rituali che usate per innescare l’ispirazione e il processo creativo?
“Creiamo moodboard, facciamo brainstorming, raccogliamo immagini e video. Apriamo Pinterest e cominciamo a salvare le suggestioni creando bacheche condivise.”
Il loro metodo è semplice e concreto: collezionare.
Non si tratta solo di raccogliere idee, ma di costruire uno spazio comune — una costellazione visiva in cui riconoscersi e ritrovarsi.
Ogni bacheca diventa un terreno condiviso dove l’intuizione individuale incontra quella dell’altra.
La routine come forma di libertà
Domanda: Qual è stata per voi la fonte di ispirazione più inaspettata negli ultimi anni?
“Avere delle routine. Scrivere esattamente quello che vorremmo fare nella giornata. Non lasciare l’agenda bianca o vaga.”
In un mondo che romanticizza l’improvvisazione, LinEA communication ha scoperto che la struttura genera ispirazione.
Avere un piano non limita, ma libera: riduce la dispersione e permette di approfondire.
Nel tempo che resta libero dopo l’organizzazione, trovano spazio la ricerca, l’immaginazione e le idee che germogliano.
Il fallimento come aggiustamento di rotta
Domanda: C’è un fallimento che ha cambiato il vostro modo di creare?
“Di solito non usiamo come lente il fallimento, ma il cambiamento e l’aggiustamento di rotta.”
Per Marina e Francesca, il fallimento non è una ferita ma una curva nel percorso.
Il cambiamento più grande è arrivato quando hanno deciso di unire i loro cammini, dopo un periodo di stanchezza.
Collaborare è stato l’atto più creativo: unire forze, visioni e linguaggi.
Da quella scelta è nata LinEA communication – una realtà che vive esattamente nel punto di contatto tra arte, artigianato e business.
Tra arte, artigianato e business
Domanda: C’è un confine, e se esiste qual’è per voi, tra arte, artigianato e business? Come lo vivete e come lo attraversate?
“No, per noi non ci sono confini. Arte, artigianato e business si mescolano.
Sono sistemi comunicanti, che si intersecano e si trasformano insieme.”
Per loro non c’è un “prima” e un “dopo”, ma un flusso.
Il gesto artigianale, la visione artistica e la strategia imprenditoriale convivono nella stessa pratica.
È un modo di lavorare che riflette un paradigma nuovo del fare impresa creativa: ibrido, fluido e consapevole.
Fonti d’ispirazione
Domanda: Ci suggerite un libro, un disco, un artista o un oggetto che potrebbero insegnarci qualcosa sulla creatività, anche indirettamente?
- Patti Smith – per la poesia del quotidiano
- Lynda Barry – per la pedagogia della creatività (Syllabus)
- Maira Kalman – per lo sguardo ironico e umano sul mondo
Creare per sé stesse
Domanda: C’è qualcosa che ognuna di voi crea solo per se stessa, a prescindere dal lavoro?
Marina: “Più che creare, consumo libri. In modo caotico e disordinato, ma è il mio nutrimento.”
Francesca: “Io devo usare le mani. Cucino, cucio, disegno, faccio giardinaggio. Devo darmi una regola per non perdermi in tutte le cose che vorrei fare.”
Due approcci diversi, ma entrambi ci rivelano che la creatività è una pratica quotidiana, non un evento straordinario.