Odio il mio lavoro. Hai mai pronunciato questa frase? È un urlo muto e rabbioso che non osi liberare, ma ogni lunedì ti pesa come un macigno e da tempo pensi di mollare tutto?
Tre anni fa vivevo un momento di profonda stanchezza e demotivazione, sul lavoro. Anche a me è successo di pensare “Odio il mio lavoro“. E di non sapere cosa fare.
Ci sono voluti tre anni e tutta una vita, per portarmi qui, oggi a scrivere questo post. Tre anni di intenso lavoro, formazione, ricerca e studio. E tutta una vita perché non sarei qui se non fossi io.
Tre anni fa l’azienda in cui lavoravo viveva l’ennesima ristrutturazione e già a causa delle precedenti avevo visto andarsene alcune delle persone con cui ero maggiormente in sintonia. Già questo mi aveva messo a dura prova, e soprattutto non volevo rimanere in balia degli eventi.
Nello stesso periodo una coppia di carissimi amici stava vivendo una dolorosa separazione. E io mi scoprivo in grado di sostenerli e dar loro una mano.
Ad un certo punto ho avuto molto limpido davanti agli occhi che quello era il mio talento.
La cosa che sapevo fare con maggiore efficacia, attraverso la quale potevo essere utile agli altri, e che ero felice di poter fare, era ascoltare ed aiutare le persone ad individuare e mettere a frutto le loro risorse.
Da quel momento, la maggior parte dei miei sforzi è stata dedicata a capire come fare di quell’abilità, un lavoro.
Avevo già conosciuto il coaching e la PNL , e non volevo tornare all’università. Ho cercato la migliore scuola che potevo e mi ci sono iscritta. Da lì è cominciato tutto.
Le domande che devi farti
Perché ti sei trovata nella condizione di dire “Odio il mio lavoro”?
Sai già qual è il tuo talento?
La tua più spiccata e naturale abilità?
La cosa che fai con gioia, passione e soddisfazione?
Quali caratteristiche dovrebbe avere un lavoro per farti sentire soddisfatta e felice?
Che cosa ti realizza appieno e ti riempie di orgoglio e voglia di fare?
Bilancio delle competenze
Comincia dal fare una sincera disamina delle tue risorse. Non nasconderti dietro a mezze verità, se temi di non riuscire ad essere obiettiva chiedi il parere di un esperto o di amici fidati e schietti.
Avere le idee chiare su quali siano le risorse personali su cui puntare ti aiuterà a trovare la tua strada e a non correre nuovamente il rischio di ritrovarti a fare qualcosa che non ti accende e che ti fa pensare “aiuto, odio il mio lavoro”
La passione non basta
Attenzione. Contrariamente a quel che una certa retorica markettara vorrebbe farci pensare, non tutto quel che ci appassiona è monetizzabile, quindi ci ho pensato bene prima di diventare freelance.
Ti consiglio vivamente di stendere un business plan con tutti i crismi, se non vuoi ritrovarti dopo sei mesi a rimpiangere la sicurezza di un lavoro che odiavi e che ti dava la certezza di un’antrata fissa.
Mentre lavori alla preparazione del tuo piano, ci sono almeno 5 cose che puoi fare per affrontare il fatto che non sei felice al lavoro e le puoi trovare nel mio articolo “Aiuto! Il mio lavoro non mi rende felice”
La passione è la base
Non sarà la passione a pagarti i pranzi, le cene e le bollette, ma essere appassionata di quel che vuoi andare a fare è necessario e indispensabile.
Perché nei momenti di stanchezza e di difficoltà avrai bisogno di ricordare qual è il motivo per cui ti sei messa in testa di realizzarti proprio attraverso quel che hai scelto di fare.
Comincia a ragionare su questi primi spunti e, credimi, ti sarà chiaro come passare dal mood “odio il mio lavoro” a “faccio quello che mi fa sentire realizzata e felice”.
Guadagnando.